sabato 18 maggio 2019

lunedì 13 maggio 2019

Jazz Il nuovo arrivato


Ciao a-mici! Mi chiamo Jazz... ovvero così mi chiama la mia mamma umana anche se non rispondo mai.... ma noi gatti siamo fatti così!
Ho 2 mesi  e provengo da un gattile. Finalmente ho una casa tutta mia! Anche se la devo dividere con la mia amica Chanel. Con lei,  dopo qualche giorno dal mio arrivo, abbiamo già socializzato... ci siamo dati anche un bacino! Non sono un latin lover nato? Almeno fino a quando non perderò i miei gioielli... Comunque qui è una pacchia! Mi diverto con i giochini... ce ne sono di tanti tipi! Ma mi diverto anche a camminare sulla tastiera e a guardare i video sul PC. 
Ragatti, ma poi quante cose buone da mangiare! Ogni volta che la mamma entra in cucina, io non la smetto di miagolare fino a quando non mi riempie la ciotola...
Ma ora si sta facendo tardi ed è ora di andare a nanna... mi aspetta un letto caldo e so che mi addormenterò fra le braccia della mia mamma... a cui puntualmente  domani all'alba darò la sveglia  per la pappa! Alla prossima avventura! Mi raccomando seguitemi! Ne avrò da raccontare...


LETTERA DI UN GATTO

Sai anche io sono stato bambino.
Sai, anche io ho avuto una mamma e Dio solo sa come era bella.
Me la immagino nera con una lunga coda grigia, lunghi baffetti sul musetto e due occhi verdi come il mare.. Come i miei!
Sai anche io sono inciampato sulle mie zampine rincorrendo le farfalle. Ero così buffo! E anche io sono stato cullato dalle fusa di mia mamma.
Lei era lì quando mi è caduto il primo dentino, quando ho imparato a cacciare i topolini, ma sai di mangiarli proprio non mi andava. Era lì quando mi mettevo nei guai.
E lei era lì quando ha dovuto dirmi addio.
Non so perché l’ha fatto… sentivo degli umani che mentre la portavano via mormoravano ‘forse è stata investita, o avvelenata, buttiamola via ormai è morta’.
Sì, tu non mi hai visto, ma anche io sono stato bambino. Poi non so cosa sia successo. Poi ho dovuto affrontare il mondo da solo.
Poi sono cresciuto e ho perso il bambino dentro me.
Sono diventato l’ombra di me stesso.
Quel bambino, è diventato uno fra tanti.
Mi chiamavano “gattaccio” oppure “vai via”.
Per anni ho rotto le buste della spazzatura, ma trovavo poco e niente.
Per anni ho dormito sotto la pioggia, al freddo.
Per anni ho faticato a trovare da bere.
Per anni ho sofferto il caldo.
Per anni ho sentito sempre la stessa frase: "non dargli da mangiare, perché poi si abitua e viene sempre qui. E poi porta malattie".
Ma io non volevo abituarmi. Io volevo solo smettere di avere fame. Volevo solo vivere.
Ho vagabondato a lungo senza mai fermarmi. Ho conosciuto la cattiveria, la fame, la sete, il freddo, la solitudine e la cosa più triste: l’indifferenza dei passanti.

Ho conosciuto ciò che mi stava uccidendo, prima di arrivare da te.
Prima di arrivare finalmente nel giardino giusto, circondato da mani gentili, pappa buona e finalmente una ciotola d’acqua, una cuccia e le carezze.
Tu mi hai preso per mano, mi hai portato in un sogno. Mi hai portato in un posto magico dove non esiste dolore. Dove esiste la sicurezza di essere tutto per qualcuno.
E non importa se tu pensi sempre di non fare abbastanza.
Non importa se a volte litigheremo perché non prenderò le medicine.
Non importa se a volte sei stanca e non mi parli. Non importa se pensi di non essere all’altezza. Non mi importa nulla perchè tu sei il mio tutto. Perché tu mi hai salvato. Perchè tu come nessuno prima, ha creduto in me. Perché tu ci sei sempre e comunque.

Ora forse ho 10/12 anni boh...
Ed è vero che gli altri li ho vissuti nell’ombra. Ma io da oggi ho una nuova vita, ho ritrovato il bambino che tanto avevo cercato.
E ho trovato una nuova mamma.
E adesso sì, sono sempre solo un gatto. Ma sono il tuo gatto e spero questo ti basti per essere felice.